Le bambine e i bambini hanno diritto
a servizi educativi di qualità
Flash mob nazionale in piazza
La capacità di sviluppare le intelligenze e le personalità dei propri
cittadini è la ricchezza di un paese.
Iniziare dai più piccoli significa
investire sul futuro.
La cultura dell’infanzia prodotta in questi oltre quarant’anni di lavoro
nei servizi e nelle scuole dell’infanzia reclama una rinnovata tutela e una nuova legge che preveda servizi in
continuità per l’arco dei primi sei anni
di vita.
Il Governo e il Parlamento devono emanare una nuova legge 0-6 anni
I Consigli regionali e comunali devono chiederla in sintonia con i
documenti della Commissione europea e con l’esperienza consolidata in molti
Paesi dell’OCSE.
La legge 1044 del 1971 che istitutiva i nidi e la legge 444 del 1968 le
scuole dell'infanzia hanno garantito quarant’anni di lavoro per offrire ai
bambini e alle loro famiglie un percorso educativo di qualità che deve essere
consolidato e riaffermato con forza.
Oggi questo patrimonio di risorse culturali, umane, professionali corre
grandi rischi.
La crisi prolungata rende un welfare incapace di difendere i diritti dei
bambini e i servizi per l’infanzia: aumentano le tariffe, si riducono gli
orari del servizio, si chiudono sezioni di nidi e di scuole, aumentano le
difficoltà dei Comuni e dei gestori privati
e cresce l’impoverimento delle famiglie che non riescono più a fare
fronte al pagamento delle rette.
Incontriamoci tutti insieme
educatori,
insegnanti, amministratori, politici,
famiglie con genitori, nonni e bambini
domenica 1 dicembre 2013 alle ore 10,44
ai Fori Imperiali
all’altezza del chiosco di informazioni turistiche
flash mob
che avverrà in tutte le piazze d’Italia
Chiediamo a gran voce al Governo e al
Parlamento
- Una nuova legge 0-6 anni che sancisca la continuità educativa
- Un welfare capace di salvare i diritti all’infanzia ricordando che dove
sta bene un bambino stanno bene tutti
- La salvaguardia di questo patrimonio di servizi, di idealità, di cultura e di concretezza che la crisi prolungata sta mettendo a rischio
e alle Amministrazioni locali di
farsi portavoce di queste istanze